“Non lasciate che vi rubino la speranza”: il messaggio di Francesco ai giovani

papasibaribisdi Simone Carullo - Centinaia di migliaia di persone per la tanto attesa visita del Santo Padre a Cassano allo Jonio, prima volta di Papa Francesco in terra calabra. Gente accorsa da tutte le parti della Calabria ed anche dalle regioni vicine, per ascoltare parole rivoluzionarie e colme di speranza. Parole taglienti, parole che ristorano i cuori dei mansueti e che fustigano la coscienza dei malvagi, degli assetati di potere, degli avidi di denaro, dei sopraffattori.

Papa Francesco è giunto molto presto in Calabria. Il primo simbolico incontro è stato con i detenuti del carcere di Castrovillari, durante il quale ha detto loro di "convertirsi e cambiare strada". Dopo la grande accoglienza che Cassano allo Jonio ha riservato al suo passaggio, con striscioni di benvenuto e bandiere sventolanti a festa, il Papa intorno alle 11.00 è arrivato allo stadio Pietro Toscano per un caloroso saluto alla cittadinanza. Le scuse di Papa Bergoglio per aver sottratto loro il vescovo, Don Nunzio Galantino (promosso di recente segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana), sono in realtà un messaggio di grande umiltà e di attenzione nei confronti di una comunità che - come ha affermato proprio il vescovo poco prima dell'inizio della Santa Messa presso l'area Insud di Sibari - "soffre tremendamente la piaga della malavita organizzata".

papasibariter"La 'ndrangheta è causa del ritardo economico di questo meraviglioso territorio - ha proseguito monsignor Galantino - . Essa si nutre anche di coscienze addormentate - e rivolgendosi al Santo Padre ha detto - la sua presenza qui serve anche a risvegliare queste coscienze. Anch'io devo chiedere scusa a tutti coloro che, attratti dal tuo carisma, affascinati dalla tua persona, hanno chiesto di poterti avvicinare. Sono giovani, persone malate, anziani, tutti meritevoli di un suo abbraccio. Ma con mio grande rammarico ho dovuto dire loro che non era possibile. Molti hanno capito, molti hanno faticato a capire, alcuni hanno minacciato di denunciarlo ai giornali - ha soggiunto Don Nunzio -, ma lei Padre accoglie tutti."

La 'ndrangheta, tema cardine del grande evento, tema che Papa Francesco ha sviscerato anche nella sua omelia: "Un popolo che adora Dio è un popolo che cammina, che non sta fermo, è un popolo che cammina nella Carità -ha detto il Papa -. Questi due aspetti sono inscindibili. Spesso non ci rendiamo conto di cosa consista la nostra professione di fede. Quando all'adozione del Signore si cede il passo all'adozione del denaro, del potere, della sopraffazione, allora si sceglie di adorare il diavolo. La vostra terra conosce i segni di questa deviazione -ha proseguito il Santo Padre-. La 'ndrangheta è questo, è l'adorazione del male e disprezzo del bene comune. Coloro che nella loro vita seguono questa strada non sono i comunione con Dio, sono scomunicati."

papasibariPapa Bergoglio ha proseguito ringraziando il Signore di aver permesso un tale momento di comunione, ha raccomandato tutti di testimoniare la solidarietà concreta nei confronti di chi ha più bisogno di "giustizia, speranza e tenerezza". Infine un grido di conforto ai giovani: "Non lasciate che vi rubino la speranza". Sentiti e scroscianti applausi si sono levati da una folla provata dalla tremenda calura, ma rinfrancata dalla forza delle parole di Francesco. La forza luminosa della speranza, dello scrutare con coraggio ad un futuro non più tormentato dalle tenebre e dalla disillusione. 

 

Al termine della Santa Messa un'incredibile fiumana di gente si è avviata estatica verso le uscite. Gruppi scout, comunità parrocchiane venute da ogni dove, giovani e anziani, bambini, donne, devoti e non, ognuno con in dote il suo piccolo tocco di grazia.