Coldiretti Calabria: "Bene la richiesta dell'Assessorato Regionale per richiesta caseifici che utilizzano latte e cagliate non italiane"

Diamo atto – commenta Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria – che dopo una nostra sollecitazione l'Assessore all'agricoltura Gallo e il Dipartimento hanno richiesto al Ministero della Sanità di rendere pubblici gli elenchi dei caseifici che importano latte e cagliate dall'estero che così facendo,contribuiscono notevolmente ad abbassano le quotazioni di quello italiano. Continuiamo a giudicare insostenibili le richieste di riduzione del prezzo pagato agli allevatori proprio mentre i supermercati vengono presi d'assalto e nelle stalle si continua a mungere per garantire le produzioni e i rifornimenti nelle dispense degli italiani.

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E ancor di più, come abbiamo potuto verificare, è eclatante che negli scaffali si trova pochissimo latte prodotto in Italia e in Calabria. Ogni giorno – riferisce - 5,7 milioni di litri di latte straniero attraversano le frontiere e invadono l'Italia con cisterne o cagliate congelate low cost di dubbia qualità in piena emergenza coronavirus, proprio mentre alcune aziende di trasformazione cercano di tagliare i compensi riconosciuti agli allevatori italiani, con la scusa della sovrapproduzione. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi caseifici compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti" e poi l'affondo di Aceto: "chi approfitta della situazione di emergenza venga escluso dai fondi previsti per sostenere il comparto agroalimentare come gli aiuti agli indigenti". In gioco c'è il futuro di un settore che – rileva la Coldiretti – produce ogni anno in Calabria oltre 700mila quintali di latte di mucca e garantisce la produzione di formaggi. Quando una stalla chiude – evidenzia la Coldiretti – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il dissesto idrogeologico.